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Dal 1949 si scopre l’età pre-antica o età paleolitica grazie al ritrovamento di strumenti in pietra scheggiati. Questi strumenti sono stai trovati negli scavi archeologici di Iwajuku (vicino Tokyo) senza essere accompagnati dalla ceramica. Non si usa ancora il vasellame in quel periodo. Così la cultura paleolitica giapponese ha diversi nomi: cultura pre-ceramica, cultura senza vasellame di terracotta o cultura pre-jōmon.

Sempre nello stesso anno si afferma che l’inizio dell’era preistorica giapponese è iniziata 70-50 mila anni fa, grazie alla scoperta di ciottoli scheggiati. Non ci sono altre scoperte sull’età pre-antica, però si è sicuri che faceva molto freddo, la gente cacciava grandi mammiferi e si spostava in piccoli gruppi per non rimanere fermi nello stesso posto.

In recenti pubblicazioni, uscite alla fine del ‘900, l’era pre-antica giapponese risale a 600 mila anni fa, ma non sono vere. Nel novembre del 2000 salta fuori il caso conosciuto come La questione dei falsi ritrovamenti di antichi arnesi di pietra. Questo appassionato di archeologia, per lungo tempo, si è divertito a interrare ciottoli scheggiati per poi dissotterrarli davanti ai collegi. Si prendeva tutti i meriti che non gli appartenevano.


Periodo Jōmon


Siamo verso la fine dell’età della pietra, conosciuta come età neolitica e in Giappone è durata fino al IV secolo a.C. Troviamo vasi di terracotta e strumenti di pietra levigati. I prodotti in terracotta presentano decorazioni a corda chiamate jōmon (縄文) e danno il nome al periodo, alla cultura e le ceramiche.

Il riscaldamento globale progredisce e alberi con foglie larghe decidue che producono ghiande, castagne e noci, si diffondono rapidamente. Il deposito di sedimenti aumenta il livello dell’acqua nel mare e le piogge hanno formato un terreno e un habitat naturale che nutrirà pesci e molluschi.

Il periodo jōmon, in confronto alle grandi civiltà della Mesopotamia, Egitto, India e Cina, è arretrato. Non c’è un’economia così prevalente, manca l’agricoltura e la pastorizia. Si caccia ancora, si pesca, e si raccolgono cibi vegetali prodotti senza la modifica della mano dell’uomo. A differenza di oggi, i membri di un villaggio, in questo periodo, hanno la stessa importanza e lo si nota dalle persone sepellite senza distinzioni in fosse comuni con la stessa dimensione e struttura.

Altra testimonianza di questo periodo sono i cumuli di conchiglie utilizzate dagli uomini preistorici per gettare rifiuti, in particolare i gusci di conchiglie. Ci sono una grande quantità di bivalvi (molluschi), cocci, strumenti di pietra e altri oggetti. Troviamo nelle zone archeologiche jōmon statue di terracotta rappresentanti figure femminili. Si pensa vengano usate per scopo religioso.

Secondo gli studiosi, gli uomini jōmon sono i diretti discendenti dei giapponesi odierni e vengono chiamati proto-giapponesi (源日本人 – gen nihonjin). Non si sa però come si siano formati e se la lingua giapponese sia geneticamente isolata o appartenga a qualche famiglia linguistica.

Se volete ulteriori informazioni sul periodo Jōmon, qui trovate un sito (in inglese) curato dai siti archeologici Jōmon in Hokkaido e nel nord del Tohoku.

Nel prossimo post ti parlerò dell’era Yayoi e dell’unità nazionale.

Al prossimo post.



Fonti: Il Giappone e la sua civiltà: profilo storico (2° edizione), Jōmon Archeological Sites in Hokkaido and Northern Tohoku, antropocene.it, antropocene.it