Benvenuto alla nuova puntata delle fiabe giapponesi. La quarta puntata parla della Battaglia tra il granchio e la scimmia. Questa fiaba ha anche altri nomi in giapponese, come La scimmia e il granchio, La storia della scimmia e La fiaba della scimmia e del granchio.
I titoli e i contenuti delle storie vengono modificati nel tempo e ci sono diverse versioni da regione a regione. Dopo la fine dell’era Showa (1926-1989), ci sono state molte versioni modificate della storia dove i granchi non muoiono, ma vengono gravemente feriti. Le scimmie, dopo essere state sconfitte dal nemico, provano rimorso, si scusano con i granchi e smettono di essere cattive nei loro confronti.
Andiamo a leggere la fiaba.
C’era una volta una scimmia che trova dei semi di cachi e si imbatte in un granchio con in mano un delizioso onigiri (polpetta di riso di forma triangolare). La scimmia voleva quell’onigiri e dice al granchio in modo subdolo:
“Se semini questi semi, ogni anno avrai dei deliziosi cachi. Cosa ne pensi? Voi scambiarli con il tuo onigiri?”
“Certo” risponde contento il granchio.
Il granchio era così felice che è andato a casa e ha subito seminato i semi di cachi. Mentre li innaffiava con cura, si mette a cantare:
Semi, iniziate a germogliare,
semi, iniziate a germogliare,
con le forbici vi tirerò fuori
e dopo, indovina un po’?
Un bocciolo è venuto fuori dai semi di cachi che sono stati appena seminati. Il granchio continua:
Dai, albero di cachi, fai crescere i frutti,
dai, albero di cachi, fai crescere i frutti,
altrimenti prendo un paio di forbici e ti sradico.
La pianta di cachi ha prodotto molti frutti. “Bene, ora posso mangiare i cachi” dice il granchio. Prova a prenderne uno ma non riesce a salire sull’albero. Il granchio si chiede: “E ora che cosa faccio?”. In quel momento, la scimmia si avvicina al granchio e gli dice:
“Oh, vedo che sono cresciuti i cachi. Ti do una mano io a prenderli”. la scimmia salta sull’albero velocemente e si mangia un cachi rosso. Il granchio dice alla scimmia: “Non è giusto scimmia, anch’io voglio mangiarne uno” e lei stizzita “Non rompere! Prendi questo!”. La scimmia le tira i cachi duri e ancora immaturi.
“Basta scimmia, mi fai male!” le dice il granchio. Il granchio era gravemente ferito ed tornato a casa piangendo. Ha raccontato a uso (mortaio, uno strumento utilizzato per la preparazione del mochi), ape e kuri (castagno giapponese) che cos’è successo quando sono venuti a trovarlo. Quando hanno sentito la sua storia, si sono arrabbiati.
“Bene, andiamo a dare una bella lezione a quella scimmia” dicono e vanno casa sua, aspettando di nascosto il suo ritorno. “Oh, che freddo” dice la scimmia di ritorno. Cerca di toccare l’irori (focolare incassato) per scaldarsi e la castagna, che si era nascosta dietro l’irori, bollente, salta sul sedere della scimmia.
“Ah! Brucia! Ho bisogno di acqua!” grida la scimmia. Quando va a prendere il barattolo dell’acqua per rinfrescarsi il sedere, viene punta da dall’ape nascosta nel barattolo. “Ahi! Qualcuno mi aiuti!” esclama la scimmia e decide di correre fuori di casa. Appena la scimmia apre la porta, un grosso mortaio cade dal tetto.
“Non mi comporterò più male. Perdonami!” dice la scimmia al mortaio, all’ape e alla castagna. Da quel momento, la scimmia diventa loro amica.
In questa versione si presume che il granchio sia semplicemente ferito ma non si sa se sia vivo o morto. In altre versioni, si dice che sia morto dopo essere stato colpito dai cachi lanciati dalla scimmia o quando è arrivato a casa. Altre varianti, parlano di un papà granchio o una mamma granchio e ha dei figli che attaccano la scimmia invece del mortaio, dell’ape e della castagna.