L’articolo di oggi parlerà della storia delle donne giapponesi sul posto di lavoro, le difficoltà nel conciliare vita lavorativa e crescita dei bambini, le leggi, le loro condizioni lavorative nel passato e i benefici ottenuti fino ad oggi.
Storia
Capitolo 1: Ottenere le stesse opportunità di lavoro per uomini e donne
1867 – 1910: Donne che hanno supportato la modernizzazione del Giappone
Mentre il Giappone riformava i suoi sistemi politici, economici e sociali con l’obiettivo di diventare un paese moderno, l’industria tessile, soprattutto la filatura, era il principale motore dello sviluppo industriale moderno.
Presso il setificio di Tomioka, una delle fabbriche di proprietà del governo Meiji, aperte in varie parti del Giappone, le giovani donne provenienti da famiglie di samurai e con un’istruzione elementare venivano reclutate da tutto il paese e formate per diventare istruttrici tecniche e responsabili della produzione.
Venivano trattate e pagate come i dirigenti scolastici, con benefici generosi come il vitto e l’alloggio, imparavano nuove abilità con un senso di responsabilità e tornavano nelle loro città d’origine per trasmettere le loro competenze.
Nelle filiere private che vennero successivamente fondate in varie parti del paese, le donne che vi lavoravano erano principalmente donne giovani, provenienti da famiglie contadine povere, dall’età adolescenziale fino ai 20 anni.
Le giovani donne erano il pilastro della produzione nelle filande, però la maggior parte lavorava nell’agricoltura. Non facevano solo questi lavori. Si occupavano delle faccende domestiche e della cura dei figli, o facevano da babysitter fin dalla più tenera età senza aver completato l’istruzione obbligatoria.
Le condizioni lavorative erano precarie. Turni di 12 ore, salari bassi, pause di 15 minuti per i pasti e alloggi malsani, dove c’era la possibilità di contrarre la tubercolosi e morire sul lavoro. Inoltre, venivano punite con percosse, isolamento e denudate se tentavano di fuggire.
Con la modernizzazione dell’istruzione e della medicina, le donne con un’istruzione professionale potevano diventare insegnanti, infermiere e medici e un ristretto numero diventava pioniere nelle loro professioni.
Tuttavia, durante questo periodo, la legge prevedeva il sistema della famiglia e lo status delle donne era estremamente basso rispetto a quello degli uomini.
1911 – 1929: La nascita delle donne in carriera
In seguito alla Prima guerra mondiale, al Grande terremoto del Kantō e ad altri eventi, il Giappone ha subito una rapida industrializzazione e urbanizzazione. Lo sviluppo economico ha creato nuovi posti di lavoro e l’aumento del numero di donne lavoratrici ha allargato il bacino delle donne in carriera.
L’aumento della domanda di impiegati e di altri lavoratori nelle aziende e negli uffici governativi delle città, ha portato ad un aumento del numero di donne impiegate e dattilografe.
Le donne che intrapresero questi nuovi campi di lavoro furono chiamate donne in carriera. Molte di loro lavoravano per un breve periodo dopo aver conseguito il diploma di scuola elementari superiori (terzo e quarto anno) o di scuola femminile. Quando si sposavano, non potevano più lavorare.
C’erano dei forti pregiudizi nei confronti delle donne che lavoravano ma dai loro coetanei erano viste come donne all’avanguardia. Le prime impiegate, conosciute poi come office ladies, nacquero nel 1894 presso la filiale di Osaka della Mitsui Bank e il municipio di Ryūgasaki.
Tuttavia, le donne non sono mai diventate dipendenti o semi-dipendenti. Le grandi aziende non assumevano donne con un’istruzione superiore e solo le donne con un’istruzione secondaria diventavano impiegate a breve termine.
1930 – 1945: Il lavoro delle donne in tempo di guerra
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All’inizio del periodo Shōwa, le donne sostituirono gli uomini come forza lavoro. Nel 1930 scoppiò la Depressione del periodo Shōwa, che fece sprofondare sia le aree urbane che quelle rurali in un livello di povertà mai sperimentato prima
Particolarmente grave fu il colpo inferto alle aree rurali, in concomitanza con una grave perdita di raccolti.
Dopo lo scoppio della guerra sino-giapponese nel 1937 e l’approvazione della Legge sulla Mobilitazione Nazionale nel 1938, la vita della popolazione fu immersa in un regime di guerra, con controlli su tutto, dal cibo al pensiero.
Il Piano di Mobilitazione Nazionale del 1942 stabiliva che le donne dovevano essere mobilitate al lavoro e agli uomini veniva vietato di svolgere mansioni impiegatizie o leggere e altri compiti che potevano essere sostituiti dalle donne.
Nel 1943, il decreto sull’adeguamento del lavoro fu emendato per proibire agli uomini di lavorare in 17 occupazioni. Tra queste vi erano assistente d’ufficio generale, cassiere, impiegato/venditore, diplomatico, collezionista, bigliettaio e ispettore. Questo decreto, ha accelerato così l’ingresso delle donne nei lavori impiegatizi.
1945 – 1955: Le riforme del dopoguerra e le donne
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Dopo la guerra, il paese ha ricominciato a essere uno stato democratico.
Per qualche tempo dopo la guerra, le tensioni sociali ed economiche sono continuate e la gente ha sofferto di gravi difficoltà alimentari e di vita, ma si respirava un senso di liberazione dopo la guerra e la speranza che sarebbe nata una nuova era.
Con l’attuazione delle riforme del dopoguerra, i diritti delle donne vennero ampliati attraverso il suffragio femminile. Venne promulgata una nuova Costituzione che sanciva l’uguaglianza tra i sessi, gli emendamenti al Codice Civile che abolivano il sistema della famiglia.
Inoltre, venne promulgata la legge sull’educazione di base che sanciva le pari opportunità nell’istruzione e la coeducazione, creando così le condizioni di base per l’avanzamento delle donne nella società e il miglioramento del loro status.
Alla fine, le particolari esigenze belliche che hanno innescato la guerra di Corea (1950-1953) hanno dato il via a un rapido sviluppo economico. Le esportazioni si ampliarono e l’economia giapponese si è avviata verso una ripresa a tutto campo.
Le donne cominciarono ad entrare in occupazioni che in precedenza le erano state precluse, così come in nuovi impieghi emerse dopo la guerra. Nel 1947, la legge sulle norme del lavoro rese accessibile alle lavoratrici provvedimenti di tutela come l’orario di lavoro.
Questo ha portato al divieto di svolgere lavoro straordinario per due ore al giorno, sei ore alla settimana e più di 150 ore all’anno per le donne di età superiore ai 18 anni, al divieto di lavorare nei giorni festivi e al divieto di lavorare dalle 22 alle 5 del mattino per le donne di età inferiore ai 18 anni.
1956 – 1974: Il lavoro delle donne nel periodo di rapida crescita economica
Rama
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Nel processo di continua e rapida crescita economica del Giappone, il modo in cui le donne vivevano e lavoravano è cambiato radicalmente.
Dal momento in cui le Pagine Bianche Dell’Economia del 1956 affermavano che il paese non era più nel periodo postbellico, il Giappone passò rapidamente a un periodo di rapida crescita economica.
La vita delle persone si trasformò da uno stile di vita in cui il risparmio era una virtù a uno stile di vita orientato al consumo, gli elettrodomestici divennero massicciamente popolari e le spese per l’istruzione e il tempo libero aumentarono in proporzione al bilancio familiare.
Negli anni Cinquanta, le impiegate fino al matrimonio venivano chiamate BG (business girls) e le aziende che le assumevano ritenevano di prendersi cura della propria figlia fino al matrimonio.
Sebbene il sistema di status basato sull’istruzione maschile fosse stato eliminato ed equalizzato, la discriminazione tra uomini e donne persisteva e, ad eccezione di alcune occupazioni professionali, non venivano assunte ragazze con istruzione universitaria.
All’epoca si diceva addirittura che frequentare un’università di quattro anni avrebbe impedito alle donne di trovare un lavoro decente in un’azienda rispettabile.
1975 – 1985: Verso le pari opportunità di lavoro per uomini e donne
内閣官房内閣広報室
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L’Anno Internazionale della Donna del 1975, una tendenza internazionale volta a migliorare lo status delle donne e a promuovere l’uguaglianza di genere, ha avuto un forte impatto sul Giappone e i movimenti per l’uguaglianza di genere sul posto di lavoro e in vari altri campi divennero più attivi.
Viene aperto anche il Centro nazionale di istruzione femminile nel 1977.
Nell’80, il Giappone partecipò alla cerimonia di firma della Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne in occasione della Decennio delle Nazioni Unite per le donne, tenutasi in Danimarca, e promise di ratificare la Convenzione sia in patria che all’estero.
L’85 era l’anno in cui venne approvata la legge sulle pari opportunità di lavoro. Con la sua promulgazione, la consapevolezza pubblica e le iniziative aziendali relative all’occupazione femminile cambiarono gradualmente e anche le modalità di lavoro delle donne si diversificò.
Nel corso dello sviluppo economico, dopo il periodo di rapida crescita economica, il ciclo di vita delle donne è cambiato in modo significativo grazie all’aumento della vita media, alla diminuzione del tasso di natalità e al miglioramento del livello di istruzione.
Nel 1978, il Ministero del Lavoro iniziò a prendere in considerazione varie misure, comprese le disposizioni legali, per garantire le pari opportunità di lavoro presso il Consiglio per gli Affari delle Donne e dei Ragazzi.
Ci furono enormi ostacoli, tra cui l’opposizione all’interno del Ministero del Lavoro, l’opposizione del Ministro del Lavoro, della Federazione giapponese delle associazioni dei datori di lavoro e i commenti negativi dell’allora dirigenza e del presidente della Federazione delle imprese giapponesi.
Grazie agli sforzi di Akamatsu Ryōko, Moriyama Mayumi e altri, oltre alla prospettiva di creare le condizioni per la riabilitazione della Convenzione sull’eliminazione delle discriminazioni contro le donne.
Capitolo 2: Le pari opportunità di lavoro per uomini e donne dagli anni 80 fino a oggi
Anni 80: Nascita del lavoro generico e del lavoro a tempo indeterminato
Nelle grandi aziende, la gestione dell’occupazione basata sui corsi è stata avviata per conformarsi alla legge sulle pari opportunità, ma in realtà ha solo chiarito il precedente modo di lavorare per i dipendenti regolari di sesso maschile e femminile.
Le lavoratrici non sono state assegnate alle stesse posizioni delle loro controparti maschili, né è stato chiesto loro di svolgere mansioni che sarebbero state richieste alle donne nell’impiego generale.
Inoltre, solo gli uomini hanno continuato a ricevere aumenti di stipendio e promozioni omogenee nelle posizioni di carriera generali.
Fine anni 90: Modifiche alla legge sull’uguaglianza
Diverse assicurazioni sulla vita, grandi magazzini, aziende manifatturiere e altre imprese smisero di assumere lavoratori generici, mentre il numero di agenzie di lavoro temporaneo aumentò rapidamente e il numero di donne non regolari, lavoratrici temporanee e a contratto crebbe.
Nell’anno 2014, si parla della fine delle lavoratrici d’ufficio, con il passaggio dall’occupazione generica a quella temporanea, compreso un tasso di occupazione part-time record del 56,7% per le donne lavoratrici nel loro complesso.
Il 93 è l’anno dell’utilizzo attivo della forza lavoro femminile emersa per la prima volta nel Rapporto del Comitato di ricerca sui temi del lavoro, e l’edizione del 1994 del rapporto affermava che le aziende avrebbero dovuto impiegare coloro che avevano capacità, indipendentemente dal sesso.
La legge riveduta sulle pari opportunità del 1997 annunciava:
- Proibisce la discriminazione delle donne nell’assunzione, nel collocamento e nell’avanzamento di carriera, che fino ad allora era considerato un obbligo
- Definizione di sanzioni in caso di non conformità sotto forma di pubblicazione del nome dell’azienda
- L’abolizione delle disposizioni che tutelavano le donne nella legge sulle norme del lavoro in relazione agli straordinari, al lavoro festivo e al lavoro notturno
- Non è necessario il consenso della parte interessata per presentare una domanda di mediazione
- Creare azioni positive
- La questione delle molestie sessuali viene affrontata in modo dettagliato ed è iniziata la promozione su larga scala delle posizioni di carriera
Se da un lato è aumentata la promozione a pieno titolo delle donne in posizioni di carriera, dall’altro il lavoro tradizionale, in cui gli orari di lavoro prolungati sono diventati la norma, ha creato una contraddizione con il problema della cura dei figli dopo il parto.
Anni 2000: Equilibrio vita-lavoro e diversificazione delle carriere
Il calo del tasso di natalità è diventato un problema e l’equilibrio tra lavoro e vita privata è stato messo in discussione.
Nel 2009, la legge sul congedo per l’assistenza all’infanzia e alla famiglia approvata nel 1995 è stata modificata per rendere obbligatorio un orario di lavoro ridotto e l’esenzione dal lavoro straordinario fino al compimento del terzo anno di età del bambino.
Questa non è più l’epoca in cui le donne si devono ritirare dopo la gravidanza e il parto, e il ritorno al lavoro dopo il congedo di maternità è un’esigenza che non può essere ignorata.
L’era del congedo di maternità e paternità è diventata l’era del ritorno al lavoro.
Nel 2006, la legge sulle pari opportunità è stata modificata per vietare la discriminazione e le molestie sessuali nei confronti di uomini e donne, introducendo disposizioni sulla discriminazione indiretta, vietando trattamenti di svantaggio a causa della gravidanza e promuovendo azioni positive.
Recenti leggi
La legge sui congedi per la cura dei bambini e delle famiglie è stata emendata nel giugno 2021 ed entrerà in vigore in tre fasi, nell’aprile 2022, nell’ottobre 2022 e nell’aprile 2023. Inoltre, mentre lo Stato si adopera attivamente in questo senso, anche le aziende si adoperano per assumere donne.
Tempi di applicazione | Dettagli |
Dal 1 aprile 2022 | ・Creazione di un ambiente di lavoro favorevole alla fruizione del congedo parentale e della gravidanza ・Obbligo di adottare misure specifiche per informare e confermare le intenzioni delle lavoratrici che hanno presentato richieste di maternità ・Assistenza all’infanzia per i lavoratori a tempo determinato ・Requisiti più flessibili per la fruizione del congedo per assistenza familiare |
Dal 1 ottobre 2022 | ・Congedo parentale frazionato ・Nuovo congedo parentale alla nascita (congedo parentale postnatale per i padri) |
Dal 1 aprile 2023 | ・Obbligo di pubblicazione dello stato di fruizione del congedo parentale |
Alcune aziende offrono ora sussidi per il parto. In questo modo, l’ambiente in cui le donne possono continuare a lavorare dopo il matrimonio e il parto sembra migliorare gradualmente. Tuttavia, da una prospettiva globale, il Giappone è molto indietro nella parità di genere.