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Ci sono informazioni sul Giappone che sono vere e altre false. Oggi sfatiamo alcuni miti sul Giappone che sono arrivati a noi e in occidente.


1. Le geisha sono delle meretrici


La geisha (芸者, lett. persona che interpreta, recita) è una donna la cui occupazione è quella di intrattenere il suo pubblico eseguendo canti, danze e musica. Viene chiamata anche 芸子 (geiko, figlia d’arte). La connotazione di meretrice e donna sottomessa risale probabilmente dall’800. Un esempio il dipinto della moglie di Monet che indossa un kimono e ha un ventaglio in mano. Nel ‘900 in Europa si diffonde la moda di indossare il kimono ma anche l’immagine della geisha come donna sensuale e tentatrice. Recentemente, il libro di Mineko Iwasaki, Storia proibita di una Geisha. Una storia vera e la cinematografia stanno raccontando la vera storia di queste donne.

Geisha

2. Cartoni animati


Qui darò fastidio a qualcuno. Qual è la differenza tra gli anime e i catoni animati?

Con gli anime (アニメ, abbreviazione di animazione) ci si riferisce all’animazione e ai film d’animazione giapponese e non ma, in Occidente, con questo termine intendiamo soltanto le opere di animazione giapponese. Sono rivolti a diversi tipi di pubblico: bambini e bambine, ragazzi, ragazze, adulti uomini e donne. I generi più popolari sono azione, avventura, commedia, drammatico, slice of life (lett. spaccati di vita. Rappresentano in modo realistico esperienze quotidiane), fantasia, magia, supernatural, horror, mistero, psicologico, romantico e sci-fi.

I cartoni animati sono opere di animazione generalmente destinate ai bambini di genere comico ma ci sono anche cartoni destinati ad un pubblico adulto (i Simpson nelle prime stagioni, i Griffin e Rick and Morty per menzionarne alcuni).

Negli anni 80, 90 e 2000, gli anime che arrivavano in Italia subivano delle censure o rimaneggiamenti, come il semplice cambio dei nomi dei personaggi in italiano, l’età, riferimenti culturali al Giappone ma anche la nudità (quella femminile. Gli uomini si vedono solo di spalle e i bambini possono mostrare liberamente come mamma li ha fatti), il sangue e la violenza (cambio del colore da rosso a blu o si rendeva la scena in bianco e nero).

Altri esempi di censura sono le parole come morte e cadavere, modifiche e aggiunte di dialoghi (nei momenti di silenzio si faceva parlare un personaggio oppure in Lady Oscar, Rosalie per aiutare la madre malata, nell’originale, chiede di prostituirsi ad Oscar) e qualsiasi ambiguità (in Sailor Moon, Heles e Milena, rispettivamente Sailor Urano e Sailor Nettuno hanno una relazione. In America le hanno fatte diventare cugine, mentre in Italia quando Heles si trasformava in Sailor è una donna ma nella vita di tutti i giorni il doppiaggio la considerava un uomo. Nel 2014, con l’uscita di Sailor Moon Crystal, non ci sono state censure nei confronti della loro relazione).


3. Mangiano riso e sushi tutti i giorni


Quando sento questo stereotipo mi viene in mente molti americani che si chiedono come facciamo ad essere sempre così in forma quando mangiamo solo pasta e pizza tutti i giorni. Certo che mangiamo pasta e pizza ma non con tanta frequenza e mangiamo anche altro, come i giapponesi. Oltre al riso mangiano i noodles (spaghetti orientali fatti con farina di riso o grano saraceno), pesce, patatine, spaghetti e molto altro. Il sushi (寿司) non lo mangiano spesso per un semplice motivo: c’è una grande varietà di cibi nella cucina giapponese (yakitori, takoyaki, ramen, onigiri per citarne alcuni).


4. I giapponesi riescono a leggere in cinese perché hanno lo stesso alfabeto


La lingua giapponese è formata da tre alfabeti: hiragana, katakana e kanji. I kanji (漢字, caratteri cinesi) sono ideogrammi che sono diventati sistema di scrittura standard con la dinastia Qin nel 221 a.C. Si parla anche di un’importante figura in Cina che si chiama Cangjie. Si dice che abbia inventato lui i caratteri cinesi. Essi sono arrivati in Giappone probabilmente passando dalle due Coree, vengono poi utilizzati in testi e con il passare del tempo “mischiati” con i kana (hiragana e katakana).

Nonostante la lingua giapponese usa i kanji non vuol dire che i giapponesi comprendano il cinese e viceversa i cinesi non comprendono la lingua giapponese. Ci sono kanji che in giapponese vengono considerati arcaici ma in cinese sono di uso comune (es. (ware) veniva utilizzato in passato per dire io ma in cinese viene utilizzato nel linguaggio quotidiano).


5. Sono cinesi, no?


Quando sento frasi come giapponesi? Vabbè, sono cinesi, no? oppure sono tutti uguali è come dire che siamo francesi o che gli italiani e i francesi sono la stessa cosa. Nella storia abbiamo avuto dei contatti con la Francia ma le nostre culture sono differenti. La stessa cosa vale per cinesi e giapponesi. Mi ricordo i primi tempi che stavo studiando giapponese (2012-2013), vedevo circolare nei social un’immagine che mostrava la differenza tra cinesi, coreani e giapponesi.


Differenza tra donna coreana, cinese e giapponese
Who Nose di Voice, 20 aprile 1993


I problemi di questa vignetta sono:

  • Rappresenta le donne cinesi, coreane e giapponesi in modo stereotipato dal punto di vista degli americani
  • L’immagine è datata 20 aprile 1993, visione non più valida nel 2021
  • L’immagine è un ritaglio dell’articolo originale che mostra altri stereotipi sugli uomini orientali e americani e che puoi trovare qui in inglese

Il problema di differenziare le persone da un paese a un altro è che partendo da nord del paese a sud, noti già delle differenze di lineamenti facciali e nel vestire, quindi dire questa persona è di una nazione e questa di un’altra è difficile.


Fonti:
Kotobank
Gogonihon geisha
Miti sul Giappone (in inglese)
Kotobank
Generi anime (in inglese)
Adattamenti e censure degli anime
jpninfo
Miti sul sushi (in inglese)
Storia sui kanji